Integrazione o inclusione? Stiamo parlando della stessa cosa?

Disabilità e sport. Associazione La comune Milano

Quando si parla di bambini con disabilità che fanno un’attività con i compagni normotipici, si usano spesso i termini integrazione e inclusione, usati di fatto come sinonimi. Ma lo sono davvero?

Proviamo a capirlo, partendo dalle definizioni delle parole:

Integrazione: “Inserimento, senza discriminazioni, dell’individuo all’interno di una collettività”

Inclusione: “L’atto, il fatto di includere, cioè di inserire, di comprendere il singolo in un tutto” 

A leggere attentamente una leggera sfumatura c’è.

Purtroppo nella pratica questa “leggera” sfumatura può diventare molto significativa, col rischio che, nonostante le migliori intenzioni inziali,  quell’integrazione “senza discriminazioni” sia solo fittizia e per assurdo e contro ogni volontà si possa addirittura trasformare in una discriminazione maggiore!

Facciamo un esempio: un bimbo con disabilità intellettiva (ritardo mentale) e con un leggero ritardo psicomotorio (es. corre lentamente, talvolta inciampa, è un po’ scoordinato) viene inserito in un gruppo di coetanei che giocano a calcio. Lui si diverte, migliora col tempo e corre un po’ meglio, i compagni lo “integrano”, non lo discriminano, gli passano la palla, accettano la sua maggior lentezza e imprecisione. Tutto bello. Tutto utile, per lui e per i compagni, e per la famiglia che vede il bambino integrato. Arriva poi il giorno della partita contro un’altra squadra. Cosa succede: il bambino sta in panchina? No, perché l’allenatore è fermamente convinto di non voler far discriminazioni e quindi lo schiera in campo. I compagni di squadra gli passano la palla? Sì, ma finché sono sullo 0-0, poi quando stanno perdendo l’ultima cosa che viene loro in mente è quella di passargli la palla, la perderebbe subito contro un avversario, e quindi inavvertitamente la situazione cambia, “l’integrazione” regredisce, è possibile solo in alcuni contesti, poi in altri, più performanti, la si accantona. Il fine superiore è vincere la partita. Ma se non c’è vera integrazione, dove potrà esserci inclusione?

Integrazione vuol dire appunto inserire senza discriminazioni, ma è solo un primo passo.

Ma allora che cos’è l’ inclusione e come la si fa?

Includere significa comprendere il singolo in un gruppo, comprendere è “prendere con” e allo stesso tempo capire.

La parola includere si può tradurre con un modo di agire del gruppo che “avvolga” il bambino fragile, significa saper portare il gruppo a comprendere il valore che quel bambino sa apportare.

Ecco un altro esempio questa volta tratto dal judo. Un bimbo con una fragilità relazionale molto forte si arrabbia ogni volta che non riesce a fare bene un esercizio (nel judo è semplice: “se non ti riesco a far cadere capisco che non lo so fare”). Ogni volta che si arrabbia lo fa ad alta voce, urla a volte anche verso i compagni che sono distratti nel loro lavoro perchè percepiscono tensione. Il maestro, poco dopo, in un momento di spiegazione, riprende il tema e spiega che tutti noi ci arrabbiamo quando qualcosa non riesce come vorremmo, solo che generalmente quel tipo di rabbia si riesce a contenere (ma ci fa bene?) o a nasconderla agli altri, mentre lui invece grida. Avendo condiviso il significato di quell’urlo i bambini riescono ad accettarlo diversamente la volta successiva, leggendolo non come un momento di tensione generale o di “cattiveria” verso di loro, ma come un suo momento di difficolta uguale a quello che anche loro possono avere ed esprimere in modo differente.

“Prendere con” non è facile, è una sfida per l’insegnante che si mette in gioco ogni volta, ma affermare che “Lo sport è educazione” implica poi essere di parola.

Non basta integrare, cioè inserire un bambino con fragilità nel gruppo, ma bisogna lavorare parallelamente su due piani differenti: dare al bambino fragile la possibilitò di vivere un’esperienza positiva e di valore e contemporaneamente dare agli altri bambini le chiavi di lettura corrette per vivere pienamente la ricchezza di questa esperienza.

Per approfondire il tema dell’inclusione attraverso la pratica sportiva e avere informazioni sui nostri progetti Together Now LEGGI QUI

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